Sensei Kanryo Higaonna (1853-1915) |
Sensei Chojun Miyagi (1888-1953) |
Sensei Ei'ichi Miyazato (1922-1999) |
La storia del karate
L'origine cinese
Il Karate è una disciplina antichissima e trae la sua origine da un tipo di lotta praticata nelle isole Ryu Kyu a loro volta influenzate dal Gongfu (Kung-fu) della Cina Sud-est.
Le prime testimonianze di arti marziali a mani nude cinesi risalgono al primo secolo avanti Cristo, ma è intorno al 500 d.c. che avviene la nascita delle arti marziali vere e proprie, grazie alla fusione dei princìpi del buddhismo indiano e del taoismo cinese.
La figura storicamente più importante in quel periodo fu Bodhidharma (India, 483 circa–540) (Ta-Mo in cinese, Daruma in giapponese).
La tradizione vuole che, Bodhidharma, affrontasse intorno al 520 d.C. un viaggio dal paese nativo sino alla Cina per diffondere il buddhismo.
Allontanato dalla corte a causa del suo pensiero innovativo, Bodhidharma proseguì il suo cammino fino ai piedi del monte Sung-Shan nella provincia di Honan, giungendo al Tempio di Shaolin (Shorinji in giapponese, Sorimsa in coreano), il cui nome significava “giovane foresta”.
Qui fondò una scuola impostata sulla meditazione: Dhyana in sanscrito, Chan in cinese, Zen in giapponese. Viste le non buone condizioni fisiche dei monaci, insegnò loro degli esercizi di respirazione e di ginnastica e, secondo la leggenda, anche delle tecniche di combattimento a mani nude che con il tempo furono arricchite e perfezionate sotto la generica denominazione di wushu, ossia arti marziali (bujutsu in giapponese). Secondo molti maestri la prima vera e propria arte marziale orientale fu quella praticata nel monastero, denominata shaolinquan,
I tantissimi stili di wu-shu si sono sviluppati lungo due direttrici:
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La prima prende il nome di Wei-Chia e comprende gli stili “esteriori” o “duri” di lotta, che si fondano sull’uso della forza in linea retta, sviluppando movimenti vigorosi come calci e pugni, e sembrano ispirarsi direttamente dall’originaria scuola del tempio buddhista di Shaolin.
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La seconda direttrice è la Nei-Chia e comprende gli stili “interiori” o “morbidi” che facevano a capo al tempio taoista di Wutang, che si sviluppano con il concetto di Wu-wei, solitamente tradotto con “non azione”, ma sarebbe meglio dire “non ingerenza”: rappresenta la capacità di dominare le circostanze senza opporvisi, arrivando a sconfiggere un avversario cedendo apparentemente al suo assalto per neutralizzarlo con movimenti circolari e rivolgere contro di lui la sua stessa forza, privilegiando una respirazione ventrale, simile a quella dello yoga indiano. Gli stili morbidi, portarono in Cina allo sviluppo di discipline come Tai Chi Chuan, studiate ancora ai giorni nostri soprattutto per la salute psicofisica del praticante. La filosofia taoista prevede una complementarietà dei principi Yin e Yang (passivo e attivo), così è improbabile trovare una tecnica che sviluppi unicamente movenze “dure” o all’opposto solo “morbide”.
Quindi le arti marziali orientali di origine cinese trovano il loro fondamento filosofico nelle principali correnti di pensiero storicamente diffuse nell'area asiatica: il Taoismo, Buddismo ma anche Confucianesimo che ha permeato fin dall'inizio (si dice che lo stesso Confucio insegnò alcune arti marziali quali tiro con l'arco ed equitazione) le arti marziali con il sistematismo, la disciplina,la cortesia e modalità rituali che si ritrovano ancora oggi nella pratica quotidiana delle arti marziali.
D'altra parte nel corso della storia lo stesso tempio Shaolin è stato distrutto e parecchi templi con questo nome sono stati costruiti, poi distrutti e ricostruiti in regioni diverse della Cina, includendo ogni volta le particolarità delle arti di combattimento della zona. Lo Shaolin quan si è diversificato a un punto tale che lo Shaolin quan del Nord e quello del Sud sono completamente diversi!
Tra le varie scuole di Kung Fu così nate, una delle più rinomate vi è quella della Gru Bianca.
La genealogia della Gru Bianca (Bai He) del Fujian risale a Fang Jiniang, la figlia di Fang Shiyu. Quest'ultimo si dice abbia studiato il pugno del monaco (Luohan Quan) durante il suo soggiorno nel Tempio Buddista Shaolin del Fujian del sud sulla montagna Julianshan (Nine Lotus), vicino Fuzhou nel distretto del Puliang. La conoscenza di quest'arte non servì però a salvargli la vita: venne battuto e ucciso da alcuni briganti.
La figlia Fang Jiniang, del villaggio Yongchun vicino Fuzhou, aveva così studiato anche i movimenti di difesa (morbidi e cedevoli) e attacco (rapidi e violenti) della gru bianca e integrò gli insegnamenti di suo padre con questi. Da ciò deriva il fondatore della prima generazione degli insegnanti della Gru Bianca.
Nella seconda generazione il più grande maestro della Boxe della Gru Bianca Yongchun fu Zeng Cishu, che era anche un maestro della Boxe della Tigre Nera per cui lo stile venne ulteriormente contaminato ed integrato.
Questo stile che nelle generazioni si ampliava ed integrava rappresenterà uno dei maggiori fondamenti del karate di Okinawa, sopratutto della scuola Naha-Té.
Il karate fu sviluppato nel Regno delle Ryūkyū prima della sua annessione al Giappone nel XIX secolo.
È appunto da una di queste, Okinawa che ci giungono 600 anni di storia documentata su questa arte.
Secondo le credenze popolari, la nascita del karate è dovuta alla proibizione dell'uso delle armi nell'arcipelago delle isole Ryukyu. Ciò è vero solo in minima parte, in quanto l'evoluzione di quest'arte marziale è molto più lunga e complessa e per ben comprenderla bisogna studiare le origini degli stili di combattimento del Fuzhu in Cina, in particolari quelli della Gru Bianca e del Pugno del Monaco sopra citati: stante la sua posizione geografica in Okinawa per centinaia di anni vi fuorono scambi commerciali e culturali con il sud della Cina, ivi comprese le arti marziali.
Amplia e concreta testimonianza di ciò è data dal Bubishi, il testo proveniente dalla Cina e tramandato, trascritto e integrato da maestro ed allievo ad Okinawa che racchiude in sé l'essenza della boxe cinese e del suo sviluppo nell'isola Okinawense.
In ogni caso il Té (mano/tecnica) di Okinawa o meglio il Toudi (mano cinese), come lo chiamavo gli abitanti dell'isola, era praticato esclusivamente da nobili e pochi benestanti che la tramandavano di generazione in generazione le loro conoscenze.
Solo nei secoli XVII e XVIII le cose cambiarono dato che le condizioni dei nobili di Okinawa cambiarono notevolmente e l'improvviso impoverimento delle classi alte fece si che gli esponenti di quest'ultime iniziassero a dedicarsi al commercio o all’artigianato.
Fu grazie a questo appiattimento tra i due ceti che l'arte "segreta" iniziò a penetrare anche al di fuori della casta dei nobili.
Ma la conoscenza del te restava uno dei pochissimi segni di appartenenza passata a un'elevata posizione sociale e per questo motivo i nobili, ormai divenuti contadini, tramandavano quest'arte a una cerchia ristrettissima di persone, quasi in modo esoterico.
Così facendo si è avuta una dispersione dell'arte originale e furono gettate le basi per i vari stili di karate influenzati dai diversi stili di combattimento cinesi cui facevano riferimento e dalle conoscenze apprese e carattestiche personali dei diversi maestri okinawensi.
Le persone che si recavano in Cina infatti, anche per due o tre anni, avevano modo di studiare le arti marziali del luogo e, in molti casi, cercarono di apprenderle. Le arti marziali cinesi si basano su concetti filosofici e su un'elaborata concezione del corpo umano; era quindi impossibile imparare le arti cinesi nello spazio di un solo viaggio. I viaggiatori giapponesi appresero quel che potevano. Si pensa quindi che sia stata possibile una sorta di fusione tra le arti arrivate dalla Cina, che comunque costituivano uno stile non metodico, e il te okinawese.
Tornando al periodo tra il XVIII e il XIX secolo, quando il te di okinawa comincia a diffondersi tra la popolazione, si possono distinguere 3 periodi principali:
Nel primo periodo spicca l'opera del maestro Sakugawa (1733-1815). Il suo nome significa "mano cinese" e indica la stretta unione che questo maestro creò tra il Kempo e il Karate: grazie a lui ed a altri maestri si riesce a organizzare questa disciplina in un corpo unico passando dal "te" al "Okinawa-te".
Il secondo periodo (1815-1900) vede il nome di molti maestri concentrati soprattutto nelle zone intorno al castello di Shuri e il porto di Tomari: da qui da un ceppo unico nacquero due stili a seconda del luogo di origine (tomarite e shurite).
L'ultimo periodo vede il passaggio di molti maestri fondamentali per la caratterizzazione nel karate moderno e si sviluppa molto la scuola di Naha, in particolare sotto l'opera di Kanryo Higaonna (1853-1915).
Nei primi decenni del '900 il valore educativo dell'Okinawa-te fu riconosciuto e si prese la decisione di insegnarlo nelle scuole e nel 1936 i maggiori Maestri dell'epoca si riunirono e coniarono il termine più giapponese KARATE-DO, dove "Kara" significa "vuoto" (riferito alla pratica a mani nude ma anche al concetto spirituale di vuoto), "TE" significa "mano/tecnica" ed il suffisso "Do" tipico di tutte le arti marziali giapponese che significa "Via/Percorso".
Nasce quindi il Karate nell'accezione che conosciamo oggi e si strutturano i principali stili.
In quest'epoca spicca quindi l'opera dei seguenti Maestri: Gichin Funakoshi (1866-1957), fondatore dello Shotokan, Miyagi Chojun (1888-1953), fondatore del Goju Ryu, Mabuni Kenwa (1889-1952), fondatore dello Shito Ryu.
Le scuole di karate a Okinawa sono abitualmente collocate in due grandi correnti: Shorin e Shorei. Tuttavia, fino a ora, nessuno ha potuto precisare come e quando queste due correnti o scuole si siano formate a Okinawa, né la loro relazione esatta con le scuole cinesi.
Anko Itosu scrive: "Il karate non deriva né dal confucianesimo, né dal buddismo. Esso e stato introdotto molto tempo fa dalla Cina, con le correnti Shorin-ryu e Shorei-ryu... "
G. Funakoshi tenta di precisare la distinzione tra queste due correnti: "Nondimeno, se i kata devono essere classificati, si può, in maniera molto generale, distinguere due grandi gruppi: quelli che appartengono allo Shorei-ryu (scuola Shorei) e quelli che appartengono allo Shorin-ryu (scuola Shorin).
"Il primo (Shorei) mette l'accento sullo sviluppo della forza fisica e della potenza muscolare; e sorprendente per l’impressione di forza che sprigiona. Al contrario, la scuola Shorin è molto leggera, e richiama senz'altro il rapido volo del falco... In verità, è molto impressionante osservare un uomo possentemente costruito eseguire un kata della scuola Shorei, soggiogando l'osservatore con l'impressione della sua forza assoluta. Ma bisogna riconoscere che tende a mancare di velocità. Allo stesso modo, non si può evitare di restare molto impressionati alla vista di un uomo slanciato che, con gesti cosi rapidi quanto quelli di un uccello in volo, esegue un kata della scuola Shorin, con tecniche dalla scintillante vivacità, risultato di un allenamento intensivo. I due stili sviluppano lo spirito e il corpo, e l’uno non e migliore dell'altro. Essi hanno entrambi i loro punti deboli e i loro punti forti, e coloro che vogliono studiare il karate devono riconoscere questi punti e studiarli di conseguenza..."
Secondo questa classificazione, la scuola Goju-ryu si ricollega allo Shorei. Le due scuole Shorin-ryu e Matsubayashi-ryu (gli ideogrammi di Matsubayashi possono anche leggersi Shorin), che comprendono diverse diramazioni e si situano in gran parte nella discendenza di Matsumura e di Itosu, fanno parte dello Shorin. La scuola Shito-ryu partecipa di entrambe. La scuola Uechi-ryu è la ripresa di una scuola cinese introdotta a Okinawa da K. Uechi alla fine del secolo XIX. Essa si pone quindi al di fuori di questa classificazione e proviene direttamente da una delle numerose correnti di Shaolin quan del Sud della Cina.
Si avanza l'ipotesi che Shorin e Shorei provengano dalla stessa denominazione: "Shaolin". La lingua locale di Okinawa è un dialetto della lingua giapponese in cui le pronunce delle lettere "r" e "l" non sono distinte. Di fatto la parola cinese "Shaolin" è generalmente pronunciata in giapponese "Shorin". E' probabile che il termine Shaolin sia stato pronunciato dagli Okinawesi "Shorin" in una certa epoca, e "Shorei" in un'altra. E' plausibile quindi che Shorin e Shorei designino entrambi la "boxe del tempio Shaolin" o Shaolin quan. In effetti il tempio Shaolin risale alla fine del secolo V, e il termine Shaolin Quan proviene da questo tempio.
Come detto nel corso della storia questo tempio è stato distrutto, e parecchi templi con questo nome sono stati costruiti, includendo ogni volta le particolarità delle arti di combattimento della zona.
La denominazione Shaolin quan ricopre dunque un numero molto grande di correnti dell'arte del combattimento. Per questo non sarebbe sorprendente che due forme dell'arte del combattimento tanto diversi come quelle descritte da G. Funakoshi siano state introdotte sotto uno stesso nome, "Shaolin", e che gli Okinawesi abbiano captato foneticamente ora "Shorin" ora "Shorei".
In tal caso, è normale che non possiamo trovare i nomi delle scuole Shorin e Shorei in Cina. Le radici della diversità delle scuole di karate di Okinawa risalirebbero allora alla diversità delle correnti dello Shaolin quan in Cina.
Ad Okinawa presero quindi piede tre distinte scuole in funzione delle diverse principali località presso le quali questi stili venivano praticati:
-Shuri-Té (a Shuri) e Tomari-Tè (Tomari): sul modello del kung fu/gongfu della Cina settentrionale (Shorin). Possiamo ricondurre a questa scuola il più moderno stile Shotokan e l'attuale Shorin Ryu ancora praticato ad Okinawa
-Naha-Té (a Naha): sul modello del kung fu/gongfu della Cina meridionale (Shorei). Possiamo ricondurre a questa scuola il più moderno stile Goju Ryu
Il karate è inseparabilmente legato all'arte cinese del combattimento. Tuttavia esistono differenze innegabili tra i due, così come esistono differenze innegabili fra gli stili praticati da alcuni maestri che sono all'origine delle principali scuole di karate oggi conosciute.
Come su citato, la canonizzazione del Karate avvenuto nel '900 vede spiccare in particolare l'opera di 4 grandi Maestri a loro volta a capo di 4 grandi stili: Gichin Funakoshi (1866-1957), fondatore dello Shotokan, Miyagi Chojun (1888-1953), fondatore del Goju Ryu, Mabuni Kenwa (1889-1952), fondatore dello Shito Ryu ed in seguito Otsuka Hironori (1892), fondatore del Wado Ryu: unico dei 4 principali stili nato nel Giappone "continentale".
Tra gli okinawensi Gichin Funakoshi, è stato il primo, a formare una scuola di karate a Tokyo ma anche, C. Miyagi e K. Mabuni, svilupperanno, dopo G. Funakoshi, la loro scuola nel Giappone centrale.
Alla fine della loro vita questi tre maestri avranno avuto – fenomeno del tutto nuovo in rapporto alla tradizione di Okinawa – un numero di allievi considerevole. Questo ha fatto però sì che gli stili originari sviluppati fuori da Okinawa abbiamo perso molto del loro contenuto originario allontanandosi talmente tanto dal Karate di Okinawa da non essere più riconosciuti e praticati dagli stessi abitanti dell'isola. Ciò è avvenuto in particolare per lo stile Shotokan (praticamente assente ad Okinawa) ed in buona parte anche per lo stile Shito-Ryu.
Oggi le tre scuole Shorin-ryu, Goju-ryu e Uechi-ryu sono considerate come le più importanti.
Gōjū-ryū (剛柔流), (in Giapponese sta per "stile duro-morbido", o "scuola (ryū) della durezza (Gō) e cedevolezza (jū)"), è uno dei principali stili del Karate di Okinaea e rappresenta una combinazione di tecniche "dure e molli".
Ambo i principi, "duro" e "molle" vengono dalle arti marziali e famose prenoti Bubishi (il cinese: ji di bei di wu), usò da i maestri di Okinawa durante i XIX e XX secolo. GO quale vuole dire sodo, si riferisce a tecniche di mano chiusa con attacchi lineari e diritti; Ju che vuole dire molle, assegna tecniche di mano aperta e movimenti circolari. Maggiore enfasi viene data alla respirazione corretta. Il Gōjū-ryū utilizza metodiche che includono la fortificazione e il condizionamento del corpo, e approcci di base al combattimento e esercizi con partner.
Fu l'Okinawense Kanryo Higaonna (1853-1915) che attraverso i suoi intensi studi nel Fuzhou (Fujian, Cina) (nel periodo 1867-1881) predispose la fondazione di ciò che in seguito sarebbe stato conosciuto con il nome di Goju-Ryu Karate-Do.
Kanryo salpò per il Fuzhou nell'autunno del 1867, all'età di 15 anni, con il Ryukyu Kan, un area che ospitava un microcosmo della vita di Okinawa, come meta finale. Kanpu Tanmei, il manager della sua casa d'imbarco, l'Uchinayaru, seppe dell'entusiasmo di Kanryo nello studio delle arti marziali e lo introdusse al maestro cinese Ryu Ryu Ko.
Tuttora non vi è consenso d'opinioni sull'esatta identità di Ryu Ryu Ko, nè sul preciso stile di arti marziali che lui insegnava. Comunque, viene ampiamente riconosciuto che la famiglia di Ryu Ryu Ko fosse originariamente di classe aristocratica e a quei tempi solo le classi aristocratiche studiavano le arti marziali. Ryu Ryu Ko studiò al Tempio Shaolin del sud nelle montagne della Provincia del Fujian.
Higaonna venne seguito in particolare da un capo degli allievi di Ryu Ryu Ko, Wan Shin Zan che gli insegnò l'essenza dello stile.
A causa di conflitti interni, che minacciavano il sistema feudale e quindi anche l'aristocrazia Cinese, la famiglia fu costretta a nascondere il suo status per poter sopravvivere. Per questa ragione Ryu Ryu Ko lavorò come muratore e costruttore. Successivamente sopravvisse realizzando una varietà di oggetti della vita quotidiana come ceste, mobili ed altri articoli di bambù. Questa era la professione che esercitava nel momento in cui Kanryo Higaonna divenne suo discepolo.
Nell'area in cui sbarcò Kanryo Higaonna vivevano insegnanti della Gru Bianca e probabilmente Ryu Ryu Ko era uno di loro.
La Gru Bianca del 17mo secolo, sviluppata nel Fujian e influenzata dal Pugno del Monaco e dalla Boxe della Tigre è probabilmente la base sulla quale Ryu Ryu Ko insegnò a Kanryo Higaonna.
Comunque, tale era la devozione di Kanryo Higaonna che egli divenne l'uchi-deshi di Ryu Ryu Ko ovvero ricevette gli insegnamenti più profondi imparando così l'intero sistema, così come lo studio delle armi e della medicina tradizionale cinese.
Non è chiaro esattamente quale sia l'anno in cui Kanryo Higaonna cominciò ad insegnare le arti marziali ad Okinawa, ma si sa che egli non iniziò ad insegnare fino a pochi anni dopo il suo ritorno dalla Cina.
Kanryo iniziò ad insegnare arti marziali a casa sua a Nishishin-machi, ed in seguito (settembre del 1905), insegnò anche al Naha Kuritsu Shogyo Koto Gakko (la Scuola Superiore Commerciale).
Ebbe numerosi studenti di valore e alla fine il suo studente favorito, Chojun Miyagi, gli succedette come il maestro guida del Naha-te.
Chojun Miyagi (1888-1953) è il fondatore dell’odierno Goju-Ryu Karate-Do e della sua canonizzazione.
Miyagi era l’allievo prediletto e di maggior talento di Kanryo Higaonna.
Chojun era il figlio adottivo di una famiglia ricca e stimata di proprietari di navi che importavano, tra le altre cose, medicine dalla Cina e le fornivano alla famiglia reale, al governo e alle case d’affari. Per prepararlo al suo futuro compito di guida della famiglia, alla tenera età di undici anni, fu portato da Ryuko Aragaki (1875-1961) il quale durante i suoi studi, all’età di quattordici anni, lo mandò da Kanryo Higaonna. Qui Chojun Miyagi, insieme a Juhatsu Kyoda (1887-1967), impararò approfonditamente l’Higaonna Naha-te.
Dopo la morte di Higaonna il benestante Miyagi, che si occupava a tempo pieno dello studio delle arti marziali, programmò un viaggio nel Fuzhou, la mecca delle arti di combattimento del sud della Cina (Nan Quan), per visitare il luogo di nascita del Naha-te di Kanryo Higaonna e per onorare la tomba di Ryu Ryu Ko. Per due mesi Chojun Miyagi, insieme a Eisho Nakamoto (1881-1945), soggiornarono nel Fuzhou per allenarsi e per visitare il Tempio Shaolin nel Fujian di Julianshan.
Tornato ad Okinawa egli divenne amico di due mercanti del tè provenienti dal Fuzhou, Wu Xiangui (in giapponese Go Ken Ki) e Tang Daiji (To Daiki), entrambi famosi insegnanti di arti marziali. Wu Xiangui (1886-1940) arrivò a Naha nel 1912 per insegnare la boxe della Gru Bianca e divenne amico, fra gli altri, di Juhatsu Kyoda, Chojun Miyagi e Kenwa Mabuni (1889-1952).
Insieme a Wu Xiangui, Chojun Miyagi tornò ancora nel Fuzhou alla fine degli anni venti (probabilmente nel 1926).
Oltre che con Wu Xiangui, che emigrò dal Fuzhou verso Naha nel 1912, Miyagi ebbe una buona relazione con Tang Daiji (1887-1937), un maestro della Boxe della Tigre (Hu Quan) anche lui emigrato dal Fuzhou verso Naha. Introdotto da Wu Xiangui, Miyagi incontrò, nel febbraio del 1936 a Shanghai, il famoso maestro del Pugno del Monaco (Luohan Quan) Miao Xing (1881-1939). Si ritiene che Miyagi si sia allenato per un periodo diligentemente con Miao Xing ed altri maestri cinesi associati con l’Associazione Atletica Jingwu. Partecipò anche come visitatore ai campionati nazionali di arti marziali. Miyagi dedicò tutta la sua vita allo sviluppo di quello che era chiamato 'toudijutsu' (mano della Cina) o semplicemente 'te' ad Okinawa.
Nel 1921 il principe ereditario Hirohito visitò Okinawa prima di intraprendere un viaggio per l’Europa. In onore della sua visita vennero dimostrati sia lo Shuri-te che il Naha-te (di Chojun Miyagi).
Nel 1925 Miyagi fece una dimostrazione per il principe Chichibu-Nomiya, e poco dopo, nel 1926, fondò l’Okinawa Karate Kenkyu-Kai (Club per la Ricerca del Karate di Okinawa), insieme a Chomo Hanashiro (Shuri-te), Choyu Motobu (Tomari-te) and Kenwa Mabuni. Un anno dopo, Chojun Miyagi dimostrò a Jigoro Kano, tecniche di presa, bloccaggio e proiezioni nonchè l’esatto utilizzo del respiro. Kano rimase molto impressionato da questo toudijutsu ed introdusse Miyagi, accompagnato dall’amico Mabuni, in Giappone.
Alla fine degli anni venti, inizio degli anni trenta, Miyagi, insieme al suo migliore studente di allora Jin’an Shinzato (1901-1945), diede alcuni seminari e dimostrazioni nelle università giapponesi, nei tornei di Budo e durante le festività per l’incoronazione del principe ereditario Hirohito.
Nel 1933 Chojun Miyagi registrò 'toudi' ufficialmente come Goju-Ryu presso l’istituzione giapponese che regolava il Budo, la prestigiosa Dai Nippon Butokukai, “l’Associazione di tutte le Arti Marziali Giapponesi”.
In seguito a Miyagi fu reso merito dal Ministro dell’Educazione Fisica, ricevette il più alto onore del Dai Nippon Butokukai e fu insignito come rappresentante del dipartimento Butokukai per Okinawa.
Così il Goju-Ryu Karate-Do (per il nome Miyagi si ispira ai principi contenuto nel Bubishi), fu la prima e la più antica tradizione di karate riconosciuta dal Dai Nippon Butokukai; il suo fondatore, Chojun Miyagi, acquisì una posizione di rilievo nel karate-do.
Nel Maggio del 1934, Chojun Miyagi, su invito, viaggiò verso le Hawaii dove insegnò e diede dimostrazioni fino al febbraio del 1935. I suoi insegnamenti in quell’occasione furono menzionati come kempo karate.
Il 25 Ottobre del 1936 i più insigni maestri di Okinawa (Chomo Hanashiro, Chotoku Kyan, Choki Motobu, Chosin Chibana, Juhatsu Kyoda e Chojun Miyagi) si riunirono e cambiarono il nome toudijutsu in Karate-Do.
Il Maestro Miyagi muore l'8 ottobre 1953, a seguito di un attacco cardiaco, senza aver nominato ufficialmente un suo successore.
In quel momento i suoi studenti più anziani erano: Seiko Higa, Meitoku Yagi, Toguchi Seikichi, Ei'Ichi Miyazato, Madanbashi Keiyo, Eiko Miyazato, Iha Koshin, Nakaima Genkai,
Nel febbraio del 1954 si riunì il Comitato Generale del Gojuryu di Okinawa (chiamato Goju Kai) formato dagli studenti più anziani di Miyagi, tra i quali: Nakaima Genkai (Presidente), Madanbashi Keiyo (Vicepresidente), Meitoku Yagi, Iha Koshin e dal figlio secondo genito di Miyagi Kin. A quest'ultimo venne chiesto di indicare le volontà del padre in merito a chi dovesse essere il suo successore. Kin risposte che più volte il padre aveva indicato Ei'ichi MIYAZATO quale unico possibile suo erede. Lo stesso confermò la vedova di Miyagi. Messo ai voti venne quindi scelto quasi all'unanimità (1 solo voto contrario) Ei'ichi MIYAZATO come successore ufficiale di Chojun Miyagi.
Nato nel 1922 cominciò la pratica del Karate con il padre (allievo diretto di Kanryo Higaonna) per poi diventare allievo di Miyagi intorno ai 13 anni. Da quel momento Miyazato, salvo un breve periodo durante la guerra, non si è mai allenato con Miyagi fino alla sua morte. Inoltre coadiuvava Miyagi nell'insegnamento nella scuola di polizia di Okinawa ed era anche l'unico ad aver appreso l'intero sistema di insegnamento e tutti i Kata.
Miyazato era anche un grande Judoka: disciplina che lo stesso Miyagi lo invitava a coltivare in quanto molto complementare con il Karate Goju Ryu (almeno fino al 1950/51 lo praticherà anche a livello "agonistico").
Alla morte del suo maestro, Miyazato continuò ad insegnare al Giardino di Miyagi fino al 1956 quando, con il benestare della famiglia di Miyagi per continuare gli insegnamenti trasmessi dal suo Maestro, aprì il suo Dojo a Naha: il Jundokan. JUN 順 che significa "ordine" ma è anche il diminutivo di Chojun Miyagi, DO 道 significa via e KAN 館 casa, ovvero "Casa dove si segue la Via del Padre (Chojun Miyagi)".
In segno di riconoscimento come successore di Miyagi, la famiglia di questi donò a Miyazato il legno per il tatami del dojo, gli attrezzi per l'Hojo Undo dello stesso Miyagi e la famosa statua di Busanagashi cui Miyagi era tanto affezionato che diventerà l'emblema del Dojo. Destinò quindi al Jundokan anche il busto di Miyagi posto al Giardino del Dojo dopo la sua morte.
Finisce quindi l'esperienza del Dojo in Giardino di casa Miyagi: la quasi totalità degli allievi si trasferì e continuò la propria formazione con Miyazato al Jundokan.
Mentre istruiva gli studenti, Miyazato agì anche come consigliere della All Japan Karatedo Federation e della All Japan Karatedo Federation Goju-kai. Fu anche presidente della Federazione Karatedo della Prefettura di Okinawa e presidente della Federazione di Judo di Okinawa (Raggiunse infatti anche il 7° Dan di Judo, 8° post-mortem) e fu fondatore e primo presidente della Okinawa Goju-ryu Karatedo Kyokayi (OGKK).
Nel 1988 viene nominato 10° Dan e riceverà molti riconoscimenti (Nel 1984, ha ricevuto un encomio ufficiale da parte del Kodokan . Nel 1994, gli è stato conferito un encomio dalla Nihon Budo Kyogikai e ha ricevuto un encomio ufficiale da parte della Federazione di Judo Okinawa. Nel 1998, ha ricevuto un encomio ufficiale da parte del governo del Giappone).
Per il Jundokan sono passati migliaia di allievi e si sono formati tutti i più conosciuti Maestri di Goju Ryu del mondo, anche quelli che in seguito si sono distaccati ed hanno dato vita ad organizzazioni proprie, quali: Teruo Chinen (Jundokan Intenational), Morio Higaonna (IOGKF), Hyoshio Hichyia (OGKK) e Masaji Taira (OGK).
Dalla Morte del fondatore (11/12/1999) il Jundokan è diretto sa suo figlio, Kancho Yoshihiro Miyazato sotto la direzione tecnica del M° Tetsunosuke Yasuda (10° Dan) e di Maestri quali Tetsu Gima (9° Dan) e Tsuneo Kinjo (9° Dan), tutti allievi diretti "senior" di Miyazato. Qui vengono portati avanti gli insegnamenti del Maestro Miyagi senza strane personalizzazioni o contaminazioni, solo il vero Karate Goju Ryu.
Miyagi credette che "lo scopo ultimo del karate-do era quello di creare la persona, conquistare la miseria umana e trovare la libertà spirituale".
Egli dichiarò che era importante, per l'equilibro dell'allenamento all'autodifesa, "l'allenamento della mente, o con la coltivazione del precetto karate-do ni sente nashi ('Non c'è un primo attacco nel karate')", enfatizzando inoltre l'importanza della "coltivazione dell'intelletto prima della forza".
Anche Ei'ichi MIYAZATO enfatizzava l'importanza della meditazione nel Karate, egli infatti amava dire che "il karate è meditazione in movimento"
Come detto, nel 1933 il Gōjū-ryū fu la prima scuola di Karate ufficialmente riconosciuta dal budo nel Giappone dal Dai Nippon Butoku Kaie unico stile di karate con una piena rappresentazione sia ad Okinawa che in Giappone. Questo riconoscimento mette lo stile Goju-ryu Karate-do fra le moderne arti marziali (o Gendai Budo).